Lettori fissi

mercoledì 22 dicembre 2010

Tristi riflessioni

Se non fosse per il gran traffico che si crea in città e per l'impazzimento della ricerca dei regali, io vivrei sempre in attesa del Natale. Amo molto di più i preparativi che la festa in sé (a parte l'aspetto religioso).
Quest'anno, forse perché non lavoro, non sono arrivata in prossimità della festa più bella dell'anno (almeno per me) con l'acqua alla gola come al solito. L'unica cosa che mi manca ancora é organizzare il menu del giorno di Natale e completare la spesa (a proposito, si accetta qualsiasi suggerimento, dall'antipasto in poi). A dire il vero non ho ancora deciso nemmeno la tovaglia con i relativi piatti (che é una delle mie manie), ma ci penserò domani magari.
Tutta questa mia euforia però, ogni anno viene turbata dall'assenza di chi non c'é più. Avrei voglia di girovagare come facevo fino a due anni fa per cercare una bella maglia per la mia dolce mamma: molto calda, con il collo a lupetto o a polo, al massimo,  ma proprio al massimo, giro collo e soprattutto d'un bel colore acceso che le desse un po' di colore su quel suo viso così fine, ma così pallido, con quegli occhi verde gatto. E' stato sempre un mio grande rammarico quello degli occhi di mia madre. Infatti io ho i capelli neri (bugliarda! li avevi i capelli neri) e quegli occhi verdi un po' da cerbiatto ce li avrei proprio visti bene in contrasto con i miei capelli, invece mi sono ritrovata due carboni ereditati da mio padre. Non posso dire niente dei miei occhi, anzi sono stati sempre motivo di apprezzamento, ma il contrasto nero verde........Vabbé ormai non posso farci niente, oltre tutto ho bisogno anche degli occhiali adesso.
Quindi mammina é volata via, molto prima se n'era andato papone e con lui l'armonia della famiglia!
Uomo severo, intransigente, che non sapeva manifestare i propri sentimenti: non ho mai avuto una carezza da lui (veramente ora che ci penso nemmeno da mamma), ma schiaffi tanti. Oddio, penserete che ero una lazzarona. Macché, ero solo tanto timida ed avevo una grande soggezione/timore di mio padre, il quale era esigentissimo in tutto, non gli andava quasi mai bene niente, così come mi diceva di fare qualcosa, cominciavo a tremare, poi immancabilmente intruppavo da qualche parte, cadevo e rompevo sistematicamente qualcosa e mentre realizzavo che avevo ricombinato un macello, ecco li pronte quelle sue sane sberlotte. Mamma mia quante ne ho prese, però nonostante tutto oggi io sono una sostenitrice della sberla. Eh si care mie, io non ce la faccio davvero più a vedere tanti figlietti maleducati. Le sberle veramente le darei in primis ai genitori che non li educano a modo e poi magari nei casi di maggior resistenza anche a qualche pargoletto ribelle.
Insomma spesso questi bei bimbetti scrivono su muri, dicono parolacce, non salutano  pure se abitano da 10 anni nello stesso palazzo, ti fregano l'ascensore sotto il naso senza chiederti se devi salire/scendere, se capiti a casa loro li senti quasi sempre urlare o piangere, fare ricatti ai genitori, monopolizzare telefono, televisione, pc, ecc. ecc. Per non parlare di quelli che piantano la grana al supermercato perché vogliono comprarselo.......si certo, comprarselo, perché nel carrello delle mamme manca solo la cassiera e poi i piccinini ci hanno messo proprio tutto. Altro che Supertata o come si chiama, li ci vorrebbe papà mio!
Come dicevo, andatosene lui, scomparsa, o meglio, dimezzata la famiglia! E qual é il problema? Come dice il proverbio? (aridanga!!!!) "Pochi ma buoni", e adesso siamo pochi, ma che dico, di più, siamo pochissimi ma arcibuoni. Ai cattivi forse gli andava data qualche sberla in più.....vero papà? Altro che dialogo e amicizia. Ma nonostante le suddette caratteristiche mio padre era un uomo generosissimo, allegro, un gran burlone (altrimenti non si sarebbe potuto sopportare no?) e le feste con lui si trasformavano in un vero varietà. Casa nostra era sempre aperta a tutti, a lui piaceva tanto la compagnia, c'erano tanti  amici e nella casa di campagna dove spesso passavamo le festività dato che era grande, si fermavano a dormire anche loro. A volte eravamo talmente tanti che qualcuno doveva dormire per terra. Mamma mia faceva delle feste per modo di dire, perché era quasi sempre impegnata in cucina ed anche perché non amava giocare ai tradizionali giochi  di natale, tranne che a tombola, gioco però reputato noioso ed al quale difficilmente si giocava. Povera mammina quanto ha lavorato nella sua vita.
Ma torniamo a chi non c'é più. Sicuramente é l'assenza di Daniele quella che rende meno gioioso il nostro Natale. Daniele aveva 23 anni quando ad ottobre 2004 improvvisamente ci ha lasciato e lasciandoci ha stravolto soprattutto la vita  di mia sorella, mio cognato e mia nipote, ma anche la mia  credetemi. Se dico che era bello, bravo, gioioso, generoso e tanto tanto buono, sembra retorica, eppure é così. Io scrivo e mi commuovo ancora e immediatamente penso a mia sorella. Se il mio dolore é ancora così "fresco" quello della sua amatissima mamma come potrà essere? Sono vigliacca: me lo chiedo, ma nello stesso tempo non voglio saperlo, perché sono incapace di aiutarla in questa "faccenda". Eppure la cosa straordinaria è che lei non lo fa proprio pesare, naturalmente per delicatezza di chi é presente. Ma sono sicura che questi giorni sono ancora più brutti per lei, così si stordisce di lavoro per non pensare. Io le voglio un bene dell'anima da sempre e siamo molto legate ma non sono mai stata capace, a parole, di darle un po' di  conforto. Spero proprio che tanto lei, quanto ogni altra mamma che ha provato questo immenso incomprensibile dolore, possa trascorrere un Natale davvero santo; che la nascita di Gesù Bambino possa aiutarle (anche se non credenti) ad accettare la tragica realtà di cui sono state vittime insieme ai loro figli, con la speranza di lenirne un po' la loro sofferenza.

3 commenti:

  1. Ho le lacrime agli occhi..mi perdo nei tuoi post, sono bellissimi. Purtroppo ognuno di noi il giorno di Natale vive queste sensazioni. Per tua sorella è peggio ancora..sono mamma e non posso immaginare una cosa simile, chissà quanto dolore e sofferenza ha nel cuore. Non è necessario che le parli...a volte basta un abbraccio fortissimo e quello basta per far capire quanto le vuoi bene.
    Ti sono vicina....un grande abbraccio.

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  2. Che storia triste...mi dispiace... ti abbraccio forte anche se non ti conosco... è la prima volta che vedo il tuo blog... grazie per i tuoi commenti nel mio e per essermi venuta a trovare... mi ha fatto piacere...
    Raffaella
    http://melogranoantico.blogspot.com

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  3. Ringrazio entrambe per la vostra sensibilità e per le belle parole. Non c'era assolutamente l'intenzione di rattristare nessuno con il mio post, ma quando a volte mi assale la malinconia o la nostalgia, ho l'abitudine di affidare i miei pensieri ad un pezzo di carta, pezzo di carta che da qualche giorno si é trasformato in questo blog.

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