Lettori fissi

venerdì 21 marzo 2014

La mia prima torta di pannolini

Poco più d'un mese fa mi é nato un altro nipotino e la mamma che sa che mi diverto a fare creazioni mi ha esplicitamente chiesto di non farle i soliti regali da neonato, bensì avrebbe gradito una bella torta di pannolini, vietandomi però di usare l'azzurro che lei non sopporta, mentre le sarebbe piaciuta con il rosso!. Ovviamente non mi andava di rifiutare, ma io non l'avevo mai fatta e non avrei saputo da dove cominciare. Però mi sono detta che se ci riescono tante altre perché non fare un tentativo? Così sono andata a comprare i pannolini, ma non quelli da usare immediatamente, ma quelli dai 5 ai 9 kg, perché tanto sapevo che i miei tempi sarebbero stati lunghi. 


Lo stesso negozio dei pannolini aveva anche tutto il resto che serve per un neonato ed in più confezionava anche torte di pannolini. A quel punto mi é venuto spontaneo chiedere qualche informazione al riguardo, precisando  che dovendola fare io, oltre tutto per la prima volta, sinceramente ero in grossa difficoltà. Ma nonostante questo si sono ben guardati dal collaborare. Mi hanno solo indicato un negozio dove acquistare la base ed il cilindro centrale, tutto in polistirolo. Così tornata a casa ho cercato di documentarmi un po' sul web ma sinceramente non ho trovato torte che mi abbiano entusiasmato. Più o meno erano tutte simili, con prodotti per l'igiene del bambino o con dei giocattolini di gomma o plastica inseriti tra i pannolini. Va bene intanto mi ero attrezzata con l'occorrente
Con la stoffa che vedete avevo in mente di ricoprirci la base e poi farci un volant tutto intorno. Per fortuna però mi sono ricordata che la mamma non amava l'azzurro - anche se questo non era tinta unita - e così ho rinunciato, pensando di lasciar vedere la base bianca come se fosse panna.





Quindi ho iniziato ad arrotolare i pannolini e a fare il primo piano della torta





Poi ho proseguito fino a terminare tutti i piani. A questo punto però guardandola, quel grosso disco bianco alla base proprio non mi piaceva. Cosa ci potevo incollare? Non avevo nastri così alti in casa per cui sono uscita e sono andata in un vivaio vicino casa dove mi sono fatta dare sia un po' di carta crespa rossa, sia del nastro rosso alto. Ma una volta rientrata mi sono resa conto che la carta era quasi bordò ed il nastro oltre a non essere abbastanza alto, era un rosso arancio. Per farla breve non c'era un altro punto di rosso di carta crespa, così ho pensato al tulle o all'organza, ipotesi subito scartate, quando passando davanti ad un chiosco di fiori ti vedo il fioraio che stava confezionando un bouquet ponendolo in una sorta d'imbuto di carta tutta smerlata nella parte alta. Capisco al volo che é ciò che mi farebbe comodo. Mi  fermo per comprarla, ma niente da fare, non la vendeva perché gli occorreva per confezionare i fiori. Gli spiego il mio problema ma non capisce cos'é la torta di pannolini. Per fortuna avevo la digitale dietro così ho potuto spiegargli a cosa mi serviva quella carta e allora me l'ha venduta. A quel punto però per poter foderare la base ho dovuto rismontare tutti e tre i piani della torta! Ho dovuto tagliare la carta facendo diversi spicchi e poi siccome non stava giu sulla base ma si alzava, mi sono inventata una sorta di confetti/caramelle. Ho preso delle grosse perle, ci ho infilato le spille con la testina colorata di bianco e ci ho fermato la carta sulla base di polistirolo. Già aveva cambiato aspetto. E vabbé ricominciamo a rifare i piani della torta. 

Ora però su questa torta ci dovevo mettere qualcosa, ma che cosa? L'idea mi viene proprio dalla stoffa azzurra con i cup cakes che avrei voluto usare per foderare la base. Così pensai"e se io ci mettessi intorno tutti cup cakes con dentro qualcosina per il bambino?" Non mi é parsa per niente una brutta idea e così ho fatto. Ho comprato asciugamanini, calzini, bavaglini, sacchettino per il nido, ecc. insomma cosine piccole che potessero adattarsi ai pirottini che avevo (2 più piccoli li ho creati io col cartoncino perché ne ero sprovvista) e così ho concluso il mio lavoro.

Ieri finalmente abbiamo fatto visita a mamma e nipotino e gli abbiamo portato il nostro regalino utile ed handmade, come richiesto. Perciò adesso posso mostrarvi un po' di foto in cui ho ripreso "il dolce" davanti, dietro, di lato, nei particolari, da confezionare e confezionato. Ha richiesto un po' di tempo ma il risultato pare sia piaciuto molto. E voi che ne dite?

















lunedì 10 marzo 2014

Segue storia di una tenda

Bene, ci eravamo lasciate nel post del 28 febbraio con la foto della tenda di Maisons du monde comprata   per il soggiornino della mia casetta in montagna e arricchita da me di un doppio volant. Pensavate che fosse finita li? Eh noooo! Nello stesso ambiente infatti c'é un caminetto con annesso un piccolo spazio a vista per la legna e poiché mio marito c'infilava in continuazione ed in modo trascurato cartoni e giornali per aiutarsi nell'accensione del fuoco, quest'angolo aveva sempre un aspetto disordinato che io non riuscivo più a sopportare. 

Ci sarebbe voluta anche li una tenda, ma dove trovare una stoffa uguale a quella di Maisons? Difficile, però prima di desistere ho ugualmente cercato e ricercato, ma senza fortuna. Allora mi ero quasi decisa a comprarla in tinta unita quando proprio di questi tempi, l'anno scorso, prima di partire per la settimana bianca, mi venne in mente che forse in montagna quel tipo di stoffa avrei potuto trovarla. Così scattai una foto abbastanza nitida al quadrettato della tenda con la speranza di essere più fortunata nei negozi di montagna. Ed infatti un pomeriggio in un bel negozio di Brunico dove eravamo andate con mia sorella ho provato a mostrare la foto e con grande piacere e sorpresa ho trovato un tessuto di bellissima qualità e piuttosto somigliante a quello che mi occorreva. Questa é la stoffa della tenda di Maisons du monde


e questa é quella che aveva il negozio

Come ho detto non sono uguali ma dato che non sarebbero state vicine, bensì una all'estremità di una parete e l'altra all'estremità della parete di fronte ho pensato che potessero convivere benissimo nello stesso ambiente, soprattutto perché il punto di rosso era identico. Così stavo per comprare la stoffa per la tenda alla legnaia quando mi viene in mente che le sedie della cucina erano ancora prive di cuscini e siccome anche in cucina c'éra la stessa tenda davanti alla nicchia descritta nel precedente post, questa stoffa sarebbe stata perfetta anche per i cuscini. Così fornite tutte le misure ce ne siamo andate più che soddisfatte con la bella stoffa che avevo trovato.

Poi con tutta calma durante l'estate passata ho cucito la tenda per la legnaia ma mi sono dovuta accontentare di farla senza volant in quanto la stoffa con cui avevo fatto quelli delle altre due tende l'avevo pressoché terminata.
Certo l'insieme era decisamente migliorato, però la ruche con la stoffa delle galline le avrebbe dato un tocco più sfizioso, peccato!
Testarda come sono sono tornata più volte dove a suo tempo l'avevo comprata ma nulla e nemmeno mi davano speranze. Così ho cercato pure on line ma niente da fare. Finché arriviamo ad ottobre scorso e come al solito con mia sorella mi reco ad Hobby Show qui a Roma. Gira di qua, gira di la, ad un certo punto mentre eravamo intente a scegliere alcuni fat-quarter presso un rivenditore straniero, rimango folgorata dalla visione di un'enorme pezza con un disegno di galline molto ma moooolto simile a quella che cercavo io. Certo costava assai di più di quanto avessi pagato quella precedente, ma devo dire ad onor del vero che la qualità era tutta un'altra cosa. Così quella ragioniera di mia sorella fa i debiti conticini per verificare quanta me ne occorresse e l'ho quindi acquistata sia per la legnaia che per i cuscini.

Sarà anche una mia fissazione, ma ora che ci ho cucito la doppia ruche a me piace tantissimo di più.

Quanto ai cuscini per la cucina, mi ero quasi decisa a farli io, avevo preso anche il disegno della seduta e avevo più volte tirato fuori forbici e stoffa, ma alla fine la solita poca fiducia in me stessa m'ha fatto desistere. Così poiché mia sorella non aveva proprio il tempo materiale per farmeli ed avendo io una gran voglia di vedere il tutto sistemato, li ho dati da cucire ad una signora. Sicuramente meglio di me li ha cuciti, però non é che ne sia rimasta entusiasta. D'altra parte non potevo avventurarmi in lavori mai fatti prima perché se avessi sbagliato a tagliare mi sarei ritrovata di nuovo senza stoffa. Così il mio contributo ai cuscini é stato solo quello di cucirci la serpentina rossa .........ma converrete con me che é grazie a questo che sono diventati  più carini!


giovedì 6 marzo 2014

Hobby show: doveva essere una giornata da dimenticare, ma poi .......................

Sabato scorso finalmente una giornata intera  insieme a mia sorella da trascorrere in mezzo ai nostri passatempi preferiti. Infatti alla Fiera di Roma si teneva Hobby Show (che secondo me ogni volta diventa sempre meno interessante e più povero di espositori). Ovviamente andiamo con il treno perché é troppo comodo: scendi e subito c'é la navetta che ti porta all'ingresso. Così io zaino sulle spalle (per via di un bel problemino ad un braccio che m'impedisce di portare tracolle) e trolley al seguito e mia sorella invece con la sua tracollina fatta di zip e il suo piccolo trolley cominciamo il giro dei vari stand, fermandoci però all'entrata per la consueta foto di rito che stavolta però ritrae solo mia sorella. 


Pochissimi acquisti, quasi niente: io un cartamodello, un guanto da forno troppo carino, uno stencil e dello zigzag molto alto, introvabile a Roma. Mia sorella un cuore di legno con un bel mazzo di fiori molto primaverile, da usare come fuori porta a Pasqua. Come niente si fanno le 7. Infatti dagli altoparlanti sentiamo che ci invitano ad uscire perché la fiera sta per chiudere. Quindi una corsetta al bagno e poi via a prendere la navetta che immediatamente ci ha portato alla stazione. Arriva il treno, saliamo e il treno riparte. Vedo mia sorella che mi squadra da capo a piedi e poi mi chiede: ma il tuo zaino? Io realizzo di non averlo sulle spalle, mi alzo di scatto, guardo sugli altri sedili vuoti se per caso inavvertitamente l'avessi appoggiato li e mi comincia il panico. Sapete quando in una frazione di secondo riuscite a pensare un film di un'ora? Beh a me é successo così! Ho immaginato subito che me l'avessero rubato in un momento di mia disattenzione (e sfortunatamente ne ho tanti di questi momenti) e così dovevo passare ore al Commissariato per denunciare il furto di patente e carta d'identità. Di conseguenza non potevo più guidare (e come faccio io senza macchina in una città in cui se devi andare in un posto dove non arriva la metro con i bus arrivi il giorno dopo?) finché non avessi riavuto un duplicato (non so nemmeno se lo danno e quanto tempo ci vuole) ed ero comunque senza un documento! 

Carta di credito e bancomat da bloccare, ma i numeri del blocco carta li avevo sui cellulari che stavano lo stesso nello zaino ed in più essendo sabato non potevo telefonare neanche alla mia banca e poi avrei perso tutti i miei contatti sui cellulari! E i soldi prelevati il giorno prima e dimenticati di lasciare in parte a casa ce li vogliamo aggiungere, insieme al nuovo portafoglio arrivato a Natale? E le chiavi della macchina (che erano già un duplicato) e quelle di casa? Avremmo dovuto ricambiare di nuovo la serratura che era costata una cifra! Per non dire tutto il resto di minore importanza ma di cui io non farei mai a meno come per es. le foto preferite dei miei e di mio nipote che non ci sono più. CHE GUAIO!!! 

Vedendomi così disperata una signora che era stata anche lei alla fiera mi dice:
"Ma non l'avrà lasciato sulla navetta?" Certo anche questo era possibile, ma io pur tentando di andare a moviola con la mia testa, non ci riuscivo, ero bloccata e non rammentavo proprio quale fosse stato l'ultimo momento dello zaino in mio possesso. E se l'avessi lasciato nel bagno quando mi sono lavata le mani? Oppure sulla panchina della stazione dove eravamo sedute? L'unica cosa era scendere alla prima fermata e tornare indietro. E così abbiamo fatto. Scese alla fermata di Ponte Galeria, mia sorella telefona per cercare un taxi, l'aeroporto é li vicino, ci vorranno 5 minuti finché arrivi. Macché minimo un quarto d'ora, allora il treno arriva prima e si opta per questa soluzione. Per fortuna c'era un piccolo bar e li abbiamo potuto acquistare altri biglietti(preciso questo perché per chi non lo sapesse alla stazione della Fiera di Roma non c'é biglietteria, né tanto meno macchinetta per fare i biglietti, però se ti pizzicano senza biglietto, secondo Trenitalia sei passibile di una multa fino a 200 euro! Ma chi viene specialmente per la prima volta come fa a saperlo?). Il treno stava per arrivare e visto il contrattempo dico a mia sorella d'avvertire mio marito, altrimenti non sentendomi e vedendo che sono in ritardo si preoccupa. Per fortuna lui non s'arrabbia (eh si perché sono recidiva in queste cose!) ma ci suggerisce di chiamare su uno dei miei telefoni e vedere se qualcuno risponde. Ma perché noi non ci abbiamo pensato? Lo faccio immediatamente: 1,2,3,4,5 squilli e poi sento attaccare. Nooooooo me l'hanno rubato, altrimenti rispondevano. Non avevo finito di pensare così che il telefono di mia sorella squilla e lei senza neppure guardare il numero risponde così:"Lei ha trovato uno zaino vero?" Mi veniva da ridere e piangere contemporaneamente. Ma vuoi guardare prima chi é che chiama? Niente col mio panico avevo contagiato pure lei. In effetti dall'altra parte del telefono un signore le dice che é stata una fortuna che abbiamo chiamato perché lui non voleva mettere le mani nello zaino e semmai lo avrebbe consegnato ad un vigilante fuori la Fiera. Mia sorella gli dice dove ci troviamo e che stiamo per tornare indietro, lui le assicura che ci aspetta li e vuole sapere come siamo vestite per riconoscerci. Arriviamo e chi ti troviamo? La navetta con i fari accesi per noi. Corriamo e questo signore, che io non avevo nemmeno visto quando sono salita in quanto ero passata dalla porta centrale, mi consegna lo zaino dicendomi di controllare se c'é tutto. Oddio, mi pareva proprio brutto stare a controllare dopo che me l'aveva restituito. Ma lui ha insistito. Ho dato un'occhiata frettolosa, mi sentivo davvero a disagio e poi ho preso dei soldi per ringraziarlo del bel gesto fatto. Assolutamente non li voleva perché secondo lui non aveva fatto nulla d'eccezionale, ma soltanto ciò che doveva. (In effetti dovrebbero tutti comportarsi così, ma sappiamo benissimo che sono molto pochi a farlo.) Ma io ero talmente felice che dopo un tira e molla glieli ho messi in tasca e sono scesa di corsa suggerendogli di andarsi a mangiare una pizza con la moglie e magari brindare a me. Lui allora un po' confuso non solo ha detto che lo avrebbe fatto ma mentre me ne andavo mi ha chiesto come mi chiamavo io mi sono girata per gridargli il mio nome e lui ha risposto che m'avrebbe ricordato nelle sue preghiere. Mi sono girata di nuovo verso di lui per ringraziarlo anche di questo e nel riprendere la strada .... BUM! ...... ragazze, una capocciata ad un palo che mi ha tramortita. Ho visto non le stelle ma il firmamento intero e subito m'é venuto un bernoccolo da far invidia ad un rinoceronte. Nel frattempo mia sorella si scompisciava dalle risate, mi faceva una rabbia col dolore che provavo, ma alla fine anch'io mi sono messa a ridere immaginandomi la scena.

Siamo riandate alla stazione esauste e mentre aspettavamo il treno siamo state avvicinate da un ragazzotto di 20 anni, un po' particolare, se non addirittura buffo, che ha cominciato a parlarci come se ci conoscesse da anni e addirittura a confidarci cose piuttosto personali accadutegli durante la giornata che ci hanno messo non poco in imbarazzo ma anche divertito tantissimo. Insomma siamo salite sul treno con questo strano ragazzo e finché non é sceso non abbiamo fatto altro che ridere per le cose strampalate che diceva.

Arrivate a Roma eravamo sfinite e la macchina ci sembrava un miraggio. Ho ripensato a quell'attimo di vera disperazione sul treno in cui credevo d'aver perso tutto e mi sono detta che devo imparare a controllarmi in certe situazioni e a non disperare che comunque la provvidenza in qualche modo interviene, come poi é successo, sia facendomi ritrovare le mie cose, sia facendoci incontrare quel buffo giuggiolone che ci ha aiutate a scaricarci di tutta la tensione accumulata in quell'ultima ora.